La pala attuale, eseguita verso il 1770, è attribuita a Giovanni Scajaro (1726-1792) originario di Asiago. Vi è rappresentata la sintesi di tute le devozioni del tempo.

In alto viene rappresentata la Trinità nelle figure del Padre e del Figlio che tiene in mano la croce: al centro la colomba rappresenta il dono dello Spirito Santo.

Al centro è raffigurato San Francesco di Paola che indica con il braccio alzato il monogramma, sostenuto da due angeli, con la parola Charitas. Nelle preghiere, i fedeli erano invitati ad accendere due candele come segno di fede e di speranza, mentre quella della carità dovevano tenerla in mano e viverla personalmente.

Ai lati del santo, i vescovi San Biagio con il pettine di ferro simbolo del suo martirio e San Bellino con vicino un cagnolino, richiamo simbolico alla sua protezione contro i morsi dai cani rabbiosi. Seduto alla sinistra il vescovo San Prosdocimo uno dei primi evangelizzatori delle terre venete e quindi rappresentato con l’ampolla piena di acqua.

La statua lignea di Sant’Antonio è della fine Seicento. Nel 1808 venne portata dalla chiesa di san Francesco in Este.

Sulla parete destra della cappella è collocata una tela proveniente dalla chiesa di San Girolamo oggi demolita e raffigura Eusebio e il miracolo della risurrezione di un morto a contatto con la veste di san Girolamo. Fu dipinta verso la metà del seicento.

A fianco dell’altare si trova una cassetta lignea per la raccolta delle offerte: è opera di intaglio del veneziano  Vincenzo Cadorin realizzata nel 1924.

Altre cassette sono collocate negli altari opposti sempre per la raccolta di offerte.