IL NUOVO DUOMO (1690-1702)

La costruzione del nuovo Duomo fu progettata dall’architetto veneziano Antonio Gaspari (1656-1723), già giovane collaboratore di Baldassare Longhena. I disegni del progetto, esistenti e catalogati nell’archivio della parrocchia fino alla metà dell’ottocento, sono andati perduti. Quello che rimane è custodito al museo Correr di Venezia: sono delle bozze preliminari molto semplici e anche approssimative, fatte solo in pianta per misurare l’entità degli spazi disponibili e verificare la possibilità dell’inserimento della pianta ovale sull’area dell’antico Duomo.

Il progetto venne affidato al Gaspari nell’estate del 1688. Sull’area dell’antico Duomo medievale disegnò tre soluzioni, due con navata unica rettangolare ad angoli smussati e una su impianto ovale secondo i principi dell’architettura obliqua.

La Commissione della Fabbrica superate le controversie e le polemiche dell’architetto pontificio Carlo Fontana scelse e decise di realizzare il progetto di Antonio Gaspari con l’originale pianta ovale, un profondo presbiterio e orientamento centralizzato di tutti gli assi degli altari e delle cappelle radiali. Trattasi di un’opera architettonica unica nel suo genere.

La prima pietra del nuovo duomo fu benedetta da San Gregorio Barbarigo (1625-1697) la domenica di Pentecoste, il 14 maggio 1690, e posta nelle fondazioni sotto la soglia della porta maggiore. Considerato il grande peso della costruzione e le sollecitazioni che avrebbe avuto la forma ovale, l’architetto fece scavare le fondazioni alla profondità di 13 piedi (4 metri e mezzo).

I lavori procedettero in tre stralci successivi fino al 1702 anno in cui la chiesa fu messa al coperto.

Prima fase: nel corso del 1691, sopra le fondazioni, fu costruita al grezzo una parte della facciata e per due terzi la parte anteriore della navata fino all’altezza degli archi delle cappelle laterali (poco oltre sette metri).

Entro il 23 dicembre 1691, questa porzione di chiesa fu chiusa da una parete e provvisoriamente messa al coperto; fu poi benedetta per diventare per i successivi dieci anni luogo di culto. Nei due anni precedenti le sacre funzioni erano state celebrate nella metà dell’antica chiesa medievale.

Seconda fase: molto più laboriosa e con due lunghe interruzioni, tra il febbraio del 1692 e il 10 dicembre del 1701, fu costruita l’altra metà della chiesa comprendente il presbiterio con l’abside e le due cappelle principali. Il presbiterio nel 1701 fu curato in modo particolare e completato con intonaco e rifinitura a marmorino. Nel 1702 fu collocata in abside la pala dello Zanchi poi sostituita dalla Pala del Tiepolo.

Le due grandi cappelle laterali, del Santissimo e del Crocifisso, furono elevate nel 1698 fino al loro cornicione interno e pertanto resero possibile anche la costruzione della prima parte del cornicione della navata.

Terza fase: nell’intervento finale cominciato il 27 marzo 1702 furono posti in opera i capitelli (scolpiti e preparati in anticipo da Pietro e Giacomo Scarmolini da Bassano e da Pietro Tirali da Venezia) e l’intero cornicione dell’altra metà navata. Nel mese di luglio e agosto il muro, con i finestroni, fu portato a livello della posa del tetto. Composta l’orditura del tetto, con travi arrivate da Venezia per le capriate, il duomo fu messo definitivamente al coperto per l’8 dicembre 1702.

Con la posa del coperto, il duomo poteva essere officiato, ma non era finito: per circa quarant’anni si susseguirono le opere di rifinitura, abbellimento e decorazione scultorea dell’interno.

Nel 1706-1707 venne costruita da Zuanne Zuccato (1654-1733) la grande cupola interna sostenuta da 5 capriate indipendenti e da orditura di listelli di legno supportati da grandi costoloni radiali fatti di tre grosse tavole inchiodate e sagomati in conformità dell’ovale.

Tra il 1710 e il 1719 viene costruita la prima sacrestia; sono state terminate le cappelle del Santissimo e del Crocifisso con intonaco a marmorino, cupoletta e finestratura; si inaugura l’altare votivo di Santa Tecla; si posizionano le due porte laterali; viene terminata la seconda sacrestia dei Canonici; si inizia e si completa il pavimento della navata a quadroni bianchi e rossi; viene fatta la grande scalinata del presbiterio, sono posti gli scalini e la mensa al Santissimo, gli scalini e il paliotto dell’altare del Crocifisso; inizia la costruzione dell’altare di Santa Lucia.

Tra il 1720 e il 1729 viene realizzato lo straordinario altare del Santissimo e si ricostruisce l’organo sopra la cantoria; viene ricostruito l’Altare Maggiore con il paliotto intarsiato e altri marmi dell’altare del 1674 presente nell’antico Duomo; iniziano i lavori di sopraelevazione del campanile che vengono conclusi nel 1728; viene completato l’altare della Madonna.

Nel 1733 viene ricostruito il battistero.

Nel 1745 viene posizionata la grande tela ovale, dell’Amigoni, al centro della cupola.

Il 9 giugno 1748 il Duomo fu consacrato dal Card. Carlo Rezzonico (1693-1769), eletto papa nel 1758 col nome di Clemente XII.

Il Duomo fu recepito allora come il simbolo della Città: effettivamente fu costruito con un enorme sforzo economico collettivo.

L’edificio misura complessivamente 50 metri di lunghezza, 24 di larghezza e 25 di altezza al centro dell’ovato interno (esternamente il vertice del tetto raggiunge i 33 metri). È coperto internamente da una cupola ovale (33×22 metri) realizzata con orditura in legno e finitura ad intonaco e marmorino. L’area presbiteriale (larga 10 metri e lunga 15) si conclude a sua volta con un abside semiovale ed è coperta da una cupola innestata su un alto tamburo finestrato (che raggiunge l’altezza interna di 29 metri).

Le cappelle radiali sono otto tra le quali sei quadrangolari e poco profonde e le due simmetriche, ai lati del presbiterio sono molto elaborate nella forma e coperte da tamburo finestrato con cupolino ovale.

Due sono i punti di osservazione dell’architettura:

  • dalla Porta maggiore da cui si coglie prima di tutto la coerenza non solo architettonica ma “religiosa” dell’edificio che privilegia la celebrazione comunitaria della liturgia
  • dal centro dell’ovato da dove si coglie la singolare convergenza prospettica di tutti gli elementi architettonici e decorativi delle cappelle e degli altari: la logica geometrica dell’architettura obliqua qui si rivela totale e coinvolgente.

Il Duomo non è stato pensato solo come una architettura originale e geniale; in esso c’è un grande simbolismo sacro che si rivela nei tre segni e “vertici” liturgici privilegiati: Altare Maggiore al centro, il Crocifisso a sinistra e il Santissimo Sacramento a destra che si fondono e si integrano in un “trittico” di grande significato teologico.

Il Duomo in questi ultimi tre secoli non ha subito modifiche strutturali e architettoniche; si è conservato nella sua integrità in tutte le sue parti.

Un intervento discutibile può essere considerato il rifacimento della cantoria (l’originale è del 1709) e del prospetto dell’organo, realizzato nel 1909 su disegno di Massimiliano Ongaro.

L’interno del Duomo ha avuto alcune manutenzioni e interventi di tinteggiatura che senza modificare la sua struttura complessiva ne hanno tuttavia in parte modificato l’aspetto estetico.

Il pavimento originario rimase fino al 1934, quando fu rifatto su progetto dell’architetto Vincenzo Bonato, con alcune modifiche alla disposizione dei riquadri e purtroppo le eliminazioni totali dei sigilli delle molte sepolture, compresa quella dell’arciprete fondatore del Duomo, Marco Marchetti.

Altri lavori di carattere tecnico hanno inciso in maniera più tenue sulla struttura originaria (impianto di illuminazione elettrica e impianto di riscaldamento ad aria).

Con il “grande restauro” conservativo che ha preso l’avvio nel marzo 2012 e si è concluso nel 2019 il Duomo di Santa Tecla risplende del suo splendore originale.