Memorie storiche del primo millennio

Il Duomo di Santa Tecla è la chiesa più importante di Este ed è anche il più antico luogo di culto cristiano della città. La sua fondazione risale probabilmente al IV-V secolo d.C., quando sui resti di un preesistente edificio pagano venne costruita la prima chiesa dedicata a Santa Tecla, vergine e martire nativa di Iconio in Asia Minore e discepola di san Paolo.

Il titolo atestino di “Santa Tecla risulterebbe difforme con la tradizione della prima Chiesa patavina che nel IV-VI secolo con la diffusione del culto dei martiri celebrava la sua martire e patrona Santa Giustina e fondava le prime pievi battesimali lungo i confini del suo territorio romano intitolandole alla venerazione di questa santa padovana (vedi la chiesa di Calaone).

Il titolo di “Santa Tecla” potrebbe trovare una spiegazione nel contesto storico favorevole alla diffusione del culto a questa santa in Alta Italia nelle due sedi principali di Milano e di Aquileia che ne ammettevano la venerazione.

Di un edificio di epoca Longobarda e Carolingia (VI-IX) si hanno solo notizie leggendarie e piuttosto tardive. Secondo una tradizione conservata dagli scrittori e storici atestini del XV-XVI secolo, si vorrebbe collocare in quest’epoca una ricostruzione della primitiva e più antica chiesa di Santa Tecla.

L’edilizia sacra atestina, tra la fine del X secolo e l’inizio dell’XI era costituita, presumibilmente, dalla Chiesa di Santa Tecla posta sul limitare di una piazza di origine romana e con la facciata verso occidente; dalla chiesa di San Pietro sulle rive del canale; dalla chiesa di Santo Stefano sul pendio del colle, sopra un’area di sepolture paleovenete e romane; dalla chiesa di San Martino con attiguo monastero.

Le trasformazioni del Duomo di Santa Tecla nel secondo millennio

La Chiesa di Este è testimoniata nei documenti del X e XI secolo come Pieve (chiesa battesimale), retta da un Capitolo di canonici con arciprete.

Nel 1117, dopo un terremoto avvenuto il 3 gennaio, l’edificio sacro fu ricostruito da Enrico il Nero duca di Baviera. Nel corso del Trecento e del Quattrocento l’antica chiesa romanica fu progressivamente ingrandita, fino ad avere nel 1489 cinque navate.

L’antico Duomo medievale non è conosciuto attraverso disegni o dipinti, ma attraverso la minuziosa descrizione che ne ha fatto il vescovo di Padova, Pietro Barozzi in occasione della visita pastorale del 1489: seguendo le sue indicazioni e le misure delle singole parti architettoniche, si può ricostruire la pianta del complesso edificio che dalle tre navate originarie si sviluppava in estensione, inglobando con una quarta navata-porticato anche il campanile e il battistero.

Da ricordare che il Duomo antico aveva la facciata rivolta ad occidente (attualmente verso via Sabina) e prospettava sulla antichissima piazza medievale di Este, quasi sicuramente di origine romana, sulla quale si affacciavano anche il Palazzo del Comune e la Loggia della giustizia.

Tra il 1583 e il 1592 l’arciprete Antonio Fracanzani decise l’inversione dell’orientamento della facciata in quanto la città si stava sviluppando verso il castello estense. I lavori di restauro seguirono il progetto del famoso architetto Vincenzo Scamozzi (1553-1616). Il tutto è documentato da tre disegni che riportano la pianta dell’esistente al momento del primo studio fatto dall’architetto veneziano Antonio Gaspari nel 1688, in vista della costruzione del nuovo Duomo.

Questi disegni mostrano l’ordinato sviluppo longitudinale delle tre navate principali, delle tre absidi poste ad occidente, il mantenimento della quarta navatella che si apriva come portico interno sul complesso composto da tre edifici accostati: Battistero romanico, campanile duecentesco e cappella di Santa Tecla, aggiunta nel 1631 come ex voto per la  liberazione dalla peste.

Un terremoto avvenuto il 15 aprile 1688 mise in pericolo la statica della costruzione medievale. L’arciprete abate Marco Marchetti (1638-1708) e i canonici del Duomo, d’accordo con la Magnifica Comunità, i Cittadini e i Mercanti di Este, ne decisero la totale ricostruzione.