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Altare della Beata Beatrice D’Este

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Altare della Beata Beatrice D’Esteadmin60242021-08-23T00:06:21+02:00

Altare della Beata Beatrice D'Este

L’altare è stato costruito nel 1716 con il sostegno della Confraternita di San Giovanni Battista. Inizialmente era dedicato soltanto a San Giovanni Battista e si poteva ammirare una pala che rappresenta il martirio del santo, ora collocata e visibile in sacrestia del Duomo. Poi nel 1819 l’altare venne dedicato a Beata Beatrice d’Este.

Nel 1830 venne realizzato l’attuale altare in marmo dallo scultore padovano Antonio Trevisan.

Nel 1863 venne realizzata la pala d’altare che rappresenta la Vergine Maria al centro nell’atto di indicare il suo cuore (riferimento alla devozione nata in quel periodo al Cuore Immacolato di Maria): a sinistra è raffigurato San Giovanni Battista, memoria della devozione iniziale dell’altare; a destra è collocata la figura di Beata Beatrice, a cui è dedicato l’altare. La pala è stata dipinta da Michelangelo Grigoletti da Pordenone (1801-1870).

Il pittore ha voluto evidenziale il legame storico di Beata Beatrice con la città di Este, raffigurando in basso uno scorcio delle torri del Castello. La Beata è rappresentata nell’atto di affidamento e di intercessione per la città; ai suoi piedi un libro aperto rappresenta la regola benedettina da lei osservata nella vita comunitaria sul Monte Gemola; è presente anche una colomba bianca memoria di un racconto duecentesco che testimonia come negli ultimi mesi della sua vita una colomba si posava accanto a lei inferma.

Sotto la mensa dell’altare è riposto in un’urna il corpo della Beata Beatrice (1191-1226), posto qui nel 1957. Dopo la sua morte il corpo della Beata venne custodito nel Monte Gemola sui Colli Euganei fino al 1578. Poi fu trasportato nella chiesa di Santa Sofia di Padova fino al 1957.

Vita di Beata Beatrice

Beata Beatrice d’Este, figlia del marchese Azzo VI e di Sofia di Savoia, nacque nel 1191. Molte leggende sono sorte intorno a questa figura,ma grazie alle ricerche dello storico Giovanni Brunacci e ad un manoscritto ritrovato solo nel 1765, possiamo ricostruire con attendibilità il suo percorso di vita. La sua nascita avvenne con molta probabilità nel castello Estense che si trovava a Calaone sulla cima del monte Castello.

Fu la famosa Beatrice cantata dai Trovadori provenzali, assidui frequentatori della corte estense.

All’età di 29 anni nel 1220, dopo un sofferto percorso spirituale, si ritirò prima nel monastero di Santa Margherita sul Monte Salarola (vicino a Calaone). Poi si trasferì con tutta la comunità al monastero di san Giovanni Battista sul Monte Gemola (vicino a Valle San Giorgio), ristrutturato con l’aiuto economico della sua famiglia. Qui visse una vita umile di preghiera, lavoro e servizio. Morì nel 1226, subito venerata come santa dalla pietà popolare. Non volle essere badessa, cioè responsabile prima della comunità delle monache: visse da semplice sorella.

Il corpo venne deposto nelle tombe della chiesa del Monastero dedicata a San Giovanni Battista. Dopo un anno fu ritrovato come lo si vede ora. Successivamente nel 1578 venne trasportato nella Chiesa di santa Sofia a Padova dove rimase fino al 1957, data del suo ritorno a Este nell’urna di questo altare. La celebrazione solenne del rientro ad Este del corpo, venne presieduta dall’allora patriarca di Venezia Angelo Roncalli, poi divenuto papa Giovanni XXIII.

Il culto verso questa beata sorse spontaneo fin dai primi anni dopo la sua morte, tanto che nel 1200 era già documentato dagli storici.

In sacrestia sono custodite alcune memorie personali appartenenti alla Beata:

quattro frammenti di stola liturgica da lei ricamate a vari colori e filo d’ero, con immagini di santi;

due pianelle (tipo scarpe) in cuoio usate da lei;

quattro ampolle di vetro che probabilmente contengono profumi: furono trovate nella tomba del duecento.

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